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Il tema della sostenibilità sta acquisendo una crescente importanza nell’ambito dell’agenda economica globale e nei dibattiti sulla crescita. Si tratta di un tema sempre più sentito anche dalle imprese che operano nel settore della logistica. Ma che cosa è la logistica sostenibile? Quali sono le principali sfide per il settore, con particolare riferimento al contesto italiano? Abbiamo parlato di tutto questo con Daniele Testi, Presidente dell’associazione SOS-Log, costituita nel 2005 con il proposito di dare spazio e visibilità a questo tema di grandissima attualità e di respiro internazionale.

Porti, terminal, progetti infrastrutturali, previsioni economiche sono alcuni degli argomenti trattati nell’intervista con Paul Valery Spallino, Trade and Sales Manager (Italy) Seago Line, la società del Gruppo Maersk specializzata nel trade intra-Europa che comprende anche la regione mediterranea fino al Mar Nero.

Uno dei settori più sofisticati e all’avanguardia nell’innovazione e nella competitività internazionale è quello della logistica. L’intervista a BLG Logistics Solutions, multinazionale del settore, testimonia l’impiego crescente della logistica sostenibile per ampliare la competitività delle imprese. Importante catalizzatore dello sviluppo nazionale ha fatto da trampolino di lancio per la crescita economica di molti Paesi nord europei ed è considerata elemento chiave della globalizzazione.

La Ignazio Messina & C. è una compagnia di navigazione fondata nel 1921 con Sede a Genova e filiali a Modena, Napoli ed altre branches in Europa e nel mondo; attualmente è controllata dalle famiglie Messina e Gais. Nell’intervista a Vincenzo Re, Line Manager Middle East Area Ignazio Messina & C., delinea il profilo dell’azienda, le linee di sviluppo e il ruolo dell’Italia con le sue opportunità e le sue sfide da affrontare, nelle strategie di crescita della Compagnia.

Nel 2015, lo shipping mondiale risente degli altalenanti segnali di ripresa economica globale nonché di eventi veramente straordinari, che hanno profondamente inciso sulla quotidianità di persone e imprese, specialmente su quelle operanti nel trasporto marittimo. In particolare, da un lato, il calo del greggio favorisce i consumi e quindi la domanda di trasporto sia di greggio che di prodotti raffinati. Dall’altro lato, il forte surplus di tonnellaggio, insieme alla frenata dell’economia cinese, è causa di grave crisi nel settore delle rinfuse secche, ove la ripresa dei noli stenta a decollare. Peraltro, vi sono comparti come quello delle crociere e dei traghetti ro-ro che continuano a registrare trend di crescita. Fondamentali sono poi le tematiche ambientali al centro della futura politica marittima in discussione presso i tavoli europei e internazionali.

La newsletter semestrale frutto della sinergia tra ASSOPORTI e SRM fornisce una panoramica di alcuni parametri economici più strettamente collegati allo sviluppo del trasporto marittimo, con l’obiettivo di seguirne l’osservazione nel tempo. Lo scopo è mettere in risalto dati, statistiche, analisi sulla competitività del sistema portuale globale e soprattutto del Mediterraneo, mare in cui circola il 20% circa del traffico mondiale via mare e dove, sono in corso piani di potenziamento di molte infrastrutture portuali e logistiche. L’Italia sta attraversando un momento importante per la sua economia portuale, con una riforma sancita dal Dlgs. 169-2016 che ha apportato importanti novità sulla governance e sugli assetti organizzativi portuali, con previsioni di realizzazione di importanti investimenti. Rimane aperta la competizione portuale e marittima nel Mediterraneo, il fenomeno delle Megaship e delle grandi alleanze pare non fermarsi almeno per ora; il raddoppio del Canale di Suez, l’ inaugurazione del Canale di Panama, il nuovo slancio dello Short Sea Shipping con particolare riferimento al Ro-Ro e i nuovi investimenti della Cina negli scali del Mediterraneo paiono essere solo alcune delle sfide che i porti italiani debbono prepararsi ad affrontare per cercare di cogliere le opportunità commerciali che ne deriveranno. La newsletter, in definitiva, vuole offrire agli operatori uno spaccato sul Mediterraneo e su quello che vuol dire la portualità che in esso si sviluppa. Con l’Italia in prima fila che deve continuare a puntare in modo deciso e forte sullo sviluppo dei suoi scali e del sistema logistico connesso.
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Negli ultimi vent’anni, il fenomeno della globalizzazione ha comportato una sempre maggiore frammentazione dei cicli produttivi, rendendo i trasporti e la logistica elementi chiave di competitività. Finora, il trasporto stradale ha avuto un peso preponderante nel sistema logistico europeo, provocando una situazione di squilibrio modale e un aumento dei costi esterni. Tali fattori hanno messo in discussione la soluzione stradale per l’inoltro terrestre delle merci. L’Unione Europea individua nell’intermodalità marittimo-ferroviaria una possibile soluzione al problema. Nonostante i vantaggi ormai consolidati, questa tipologia di trasporto intermodale non è affatto diffusa nel mercato europeo, in Italia può addirittura definirsi rara e quasi del tutto ignorata dalle istituzioni pubbliche e dal mondo accademico. L’obbiettivo del lavoro è analizzare il trasporto marittimo-ferroviario nel mercato dei servizi Ro-Ro e indagare la competitività del porto di Trieste nello scenario europeo. Il risultato è raggiunto attraverso un indicatore di performance, fondato sull’analisi in componenti principali (ACP), il quale determina la posizione relativa di ogni scalo. L’ultima parte del lavoro è dedicata ad un approfondimento sul porto di Trieste per comprendere i punti di forza, che hanno portato al consolidamento di questo sistema di trasporto, e le difficoltà da affrontare nell’implementazione di tali progetti.
Il paper è disponibile in inglese.

Questo paper (in lingua italiana) restituisce i primi risultati empirici di una ricerca in corso sulle dinamiche della trasformazione del lavoro portuale in chiave comparata, nei rispettivi porti di Genova e Anversa. Partendo dall’analisi della documentazione raccolta attraverso l’uso di metodi qualitativi nel porto di Genova, l’articolo pone l’accento sulla relazione tra il ruolo degli attori che controllano ampi segmenti delle catene della fornitura e la loro capacità di plasmare la struttura del lavoro portuale. Viene mostrato in che modo le strategie consolidate dei principali attori, volte al perseguimento delle economie di scala nel contesto delle catene globali della fornitura, producono pressioni sul porto di Genova tali da modificare non solo la configurazione tecnica dei terminal, ma il meccanismo di funzionamento del pool di manodopera stesso, costretto al ricorso di risorse esterne. I processi di flessibilizzazione prodotti dalla concentrazione dei traffici sanciscono un passaggio che chiama in causa il ruolo dei vincoli istituzionali rispetto alla performance dei porti e dei sistemi di lavoro portuale. In prospettiva di una comparazione con il porto di Anversa, viene effettuata una ricognizione della letteratura e del quadro teorico di riferimento necessario per interpretare la condotta degli attori portuali e per cercare di riconoscere l’esistenza di quei vincoli benefici per gli attori coinvolti e per il sistema contrattuale del lavoro portuale.

E’ condiviso in letteratura che una maggiore attenzione debba essere dedicate alla logistica verde e al trasporto green; a tale scopo il trasporto intermodale è riconosciuto come una delle alternative alla congestione, che restituisce un compito fondamentale ai porti. Il porto si qualifica quindi come un elemento centrale nell’affermare la sostenibilità nella logistica. Un’analisi empirica svolta su due aziende di rilevanza internazionale, operanti nel settore della logistica e dei trasporti, mediante la determinazione del Valore Aggiunto della Sostenibilità (SVA) mette in evidenza la necessità di compiere ancora sforzi rilevanti per la piena realizzazione del green shipping e della logistica verde.
Il paper è disponibile solo in italiano.

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Il paper mette in evidenza il ruolo della Cina nei traffici marittimi e nella logistica dei paesi del Med Allargato. Il Bacino del Mediterraneo sta infatti diventando sempre più strategico per il gigante asiatico è ciò risulta evidente dall’analisi dei progetti di investimento della Cina nell’Area Med. Più in generale il gigante asiatico ha in progetto di realizzare un nuova “Via della Seta”, sia marittima che ferroviaria, con l’obiettivo di promuovere il proprio ruolo negli scambi globali, integrare maggiormente i mercati euro-asiatici e trovare nuovi sbocchi alle proprie produzioni.
Questo lavoro di ricerca è un estratto del Sesto Rapporto Annuale su “Le relazioni economiche tra l’italia e il Mediterraneo – Novembre 2016″.
Il paper, nelle versioni inglese ed italiano, è disponibile in versione digitale solo su questo sito ad un costo ridotto.
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