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Questo paper, curato dallo Shanghai International Shipping, è dedicato alla Cina e descrive come si intende sviluppare l’iniziativa One Belt One Road (OBOR) con particolare riferimento alla Silk Maritime Road vale a dire gli aspetti marittimi. Si pensi che nei giganteschi porti di questo Paese, nel solo 2016, sono stati realizzati investimenti pari a circa 18,6 miliardi di euro.
Il paper è disponibile solo in inglese.

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Questo paper, curato dall’Università di Amburgo, riguarda i “sustainable ports”. Il contributo sostiene che le strategie di sviluppo per un futuro portuale sostenibile possono essere elaborate solo attraverso un’accurata valutazione delle attività economiche svolte nel porto, del suo potenziale di mercato e dei relativi costi esterni. Il Porto nei suoi modi di agire deve darsi una frontiera cosiddetta “sostenibile” e distribuire le sue risorse per massimizzare la loro generazione di valore in una prospettiva di lungo termine nonché e trovare modi intelligenti per ridurre gli impatti negativi sull’ambiente, specie se lo scalo è incastonato nella città; è l’unico modo in cui le comunità portuali possono prosperare insieme ai centri urbani.
Il paper è disponibile solo in inglese.

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Questo paper è importante per avere una comprensione del contesto in cui ci stiamo muovendo. La globalizzazione è certo che abbia procurato dei vantaggi, poiché proprio negli anni del successo della globalizzazione stessa si è verificato un aumento del reddito medio. Nello stesso periodo essa ha anche dato un contributo all’abbattimento della povertà generale. Le previsioni ci dicono che nonostante i neoprotezionismi, la globalizzazione non si arresterà, essendo passata anzi a uno stadio avanzato. Siamo ora nello stadio in cui sono i paesi emergenti che si sono sviluppati (come la Cina) che originano a loro volta nuovi IDE; nuove economie da sviluppare (l’Africa) vengono scoperte e attraggono capitali da tutto il mondo.
Le versioni in inglese e in italiano possono essere acquistate su questo sito in formato PDF.

Negli ultimi vent’anni, il fenomeno della globalizzazione ha comportato una sempre maggiore frammentazione dei cicli produttivi, rendendo i trasporti e la logistica elementi chiave di competitività. Finora, il trasporto stradale ha avuto un peso preponderante nel sistema logistico europeo, provocando una situazione di squilibrio modale e un aumento dei costi esterni. Tali fattori hanno messo in discussione la soluzione stradale per l’inoltro terrestre delle merci. L’Unione Europea individua nell’intermodalità marittimo-ferroviaria una possibile soluzione al problema. Nonostante i vantaggi ormai consolidati, questa tipologia di trasporto intermodale non è affatto diffusa nel mercato europeo, in Italia può addirittura definirsi rara e quasi del tutto ignorata dalle istituzioni pubbliche e dal mondo accademico. L’obbiettivo del lavoro è analizzare il trasporto marittimo-ferroviario nel mercato dei servizi Ro-Ro e indagare la competitività del porto di Trieste nello scenario europeo. Il risultato è raggiunto attraverso un indicatore di performance, fondato sull’analisi in componenti principali (ACP), il quale determina la posizione relativa di ogni scalo. L’ultima parte del lavoro è dedicata ad un approfondimento sul porto di Trieste per comprendere i punti di forza, che hanno portato al consolidamento di questo sistema di trasporto, e le difficoltà da affrontare nell’implementazione di tali progetti.
Il paper è disponibile in inglese.

Questo paper (in lingua italiana) restituisce i primi risultati empirici di una ricerca in corso sulle dinamiche della trasformazione del lavoro portuale in chiave comparata, nei rispettivi porti di Genova e Anversa. Partendo dall’analisi della documentazione raccolta attraverso l’uso di metodi qualitativi nel porto di Genova, l’articolo pone l’accento sulla relazione tra il ruolo degli attori che controllano ampi segmenti delle catene della fornitura e la loro capacità di plasmare la struttura del lavoro portuale. Viene mostrato in che modo le strategie consolidate dei principali attori, volte al perseguimento delle economie di scala nel contesto delle catene globali della fornitura, producono pressioni sul porto di Genova tali da modificare non solo la configurazione tecnica dei terminal, ma il meccanismo di funzionamento del pool di manodopera stesso, costretto al ricorso di risorse esterne. I processi di flessibilizzazione prodotti dalla concentrazione dei traffici sanciscono un passaggio che chiama in causa il ruolo dei vincoli istituzionali rispetto alla performance dei porti e dei sistemi di lavoro portuale. In prospettiva di una comparazione con il porto di Anversa, viene effettuata una ricognizione della letteratura e del quadro teorico di riferimento necessario per interpretare la condotta degli attori portuali e per cercare di riconoscere l’esistenza di quei vincoli benefici per gli attori coinvolti e per il sistema contrattuale del lavoro portuale.

E’ condiviso in letteratura che una maggiore attenzione debba essere dedicate alla logistica verde e al trasporto green; a tale scopo il trasporto intermodale è riconosciuto come una delle alternative alla congestione, che restituisce un compito fondamentale ai porti. Il porto si qualifica quindi come un elemento centrale nell’affermare la sostenibilità nella logistica. Un’analisi empirica svolta su due aziende di rilevanza internazionale, operanti nel settore della logistica e dei trasporti, mediante la determinazione del Valore Aggiunto della Sostenibilità (SVA) mette in evidenza la necessità di compiere ancora sforzi rilevanti per la piena realizzazione del green shipping e della logistica verde.
Il paper è disponibile solo in italiano.

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Il paper mette in evidenza il ruolo della Cina nei traffici marittimi e nella logistica dei paesi del Med Allargato. Il Bacino del Mediterraneo sta infatti diventando sempre più strategico per il gigante asiatico è ciò risulta evidente dall’analisi dei progetti di investimento della Cina nell’Area Med. Più in generale il gigante asiatico ha in progetto di realizzare un nuova “Via della Seta”, sia marittima che ferroviaria, con l’obiettivo di promuovere il proprio ruolo negli scambi globali, integrare maggiormente i mercati euro-asiatici e trovare nuovi sbocchi alle proprie produzioni.
Questo lavoro di ricerca è un estratto del Sesto Rapporto Annuale su “Le relazioni economiche tra l’italia e il Mediterraneo – Novembre 2016″.
Il paper, nelle versioni inglese ed italiano, è disponibile in versione digitale solo su questo sito ad un costo ridotto.

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Il collasso della Hanjin Shipping ha stupito molti osservatori, ma non si è trattato di una crisi improvvisa. Dal 2011 l’azienda chiudeva i bilanci in perdita. In cinque anni ha accumulato 5 miliardi di dollari di debiti. Fino a quella data però aveva potuto contare sul credito delle banche, trainate dalla Korea development bank. Quando il livello del debito è divenuto insostenibile e le linee creditizie sono state interrotte, la compagnia coreana ha chiesto di essere ammessa alla procedura di amministrazione controllata (31 agosto 2016), segnando il più grande fallimento della storia del trasporto marittimo di container. Il paper analizza l’impatto che la vicenda Hanjin potrà avere sull’economia globale sia nel breve sia nel medio-lungo termine.
Il paper è disponibile solo in italiano. E’ possibile acquistarlo su questo sito ad un costo ridotto.

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Questa ricerca è dedicata ai porti del Northern Range. L’articolo, elaborato grazie alla collaborazione tra SRM, l’Università di anversa e la Kuhne Logistics University di Amburgo, è diviso in tre sezioni: a) La prima di impronta più statistica è rivolta a mostrare, attraverso l’applicazione della matrice input-output, il peso e quindi l’importanza del porto di Anversa per l’economia belga; b) la seconda illustra l’impatto economico dei porti di Rotterdam e Amburgo sull’area del Northern Range, ed effettua un confronto con Anversa; c) l’ultima si focalizza sugli sviluppi che questi porti potrebbero avere a seguito dell’apertura del nuovo Canale di Panama.
Il paper è disponibile solo in inglese. E’ possibile acquistarlo su questo sito ad un costo ridotto. Per valutarne i contenuti consulta l’abstract

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Scopo del paper è evidenziare le prospettive e le ricadute economiche che l’ampliamento del Canale di Panama comporterà per il settore dei trasporti e della logistica a livello mondiale e del Mediterraneo. Le conseguenze legate a tale ampliamento saranno difatti considerevoli. Nel paper si propone altresì un confronto sui costi tra le principali tratte competitor, le ripercussioni sulle merci e sui traffici e sulla fisionomia del mercato globale. Dall’America settentrionale, all’America latina, all’Europa all’Asia difatti improvvisamente molte nazioni vedranno aprirsi rotte navali alternative per accedere ai mercati di sbocco.
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