SRM è stata presente alla Missione governativa negli Emirati Arabi Uniti. In particolare, ha preso parte all’evento, patrocinato dall’Ambasciata d’Italia, dedicato alla presentazione delle Zone Economiche Speciali, che si è svolto martedì 16 aprile a Dubai. Scopo dell’evento è stato valorizzare le opportunità di investimento in Italia e le potenzialità di sviluppo commerciale ed economico collegati a queste aree.
L’incontro ha ospitato gli interventi di Massimo Deandreis, direttore generale SRM, di Francesco Guido direttore regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo e di Pietro Spirito, Ugo Patroni Griffi e Sergio Prete, rispettivamente presidenti delle ZES di Napoli, Bari e Taranto. La sessione di chiusura è stata moderata da Christophe Hamonet, responsabile della sede di Dubai, che è la filiale hub per l’area Middle East, Turchia e Africa del Gruppo Intesa Sanpaolo. Tema dell’evento aperto a un pubblico di PMI e di circa 200 investitori, sono state le grandi opportunità per investimenti esteri nell’ambito di infrastrutture, logistica, energia, ICT, economia circolare, industria manifatturiera e servizi che le ZES offrono alle imprese grazie al regime fiscale agevolato e alle semplificazioni amministrative previste.
Successivamente, si sono tenuti i tavoli settoriali dedicati a ‘Infrastrutture’, con l’intervento di Pietro Pelù, direttore commerciale Imprese Campania, Basilicata, Calabria e Puglia del Gruppo, e al tema ‘Energia’ con l’intervento di Massimiano Tellini responsabile Circular Economy di Intesa Sanpaolo Innovation Center. In rappresentanza delle ZES, al tavolo ‘Infrastrutture’ anche l’intervento di Pietro Spirito, presidente della ZES di Napoli.
L’effetto delle ZES-Zone Economiche Speciali
Grazie alla centralità della posizione del Mediterraneo, le ZES italiane detengono un ruolo strategico come motore di sviluppo per il Mezzogiorno, per il rilancio dei porti e delle attività commerciali italiane. L’impatto delle Zone Economiche Speciali in un Paese può essere misurato da vari indicatori. Sicuramente il principale è quello relativo alle esportazioni, poiché Le ZES sono strumenti di sviluppo concepiti principalmente per attrarre in una determinata area investimenti di imprese export-oriented. Da elaborazioni di SRM (su dati World Bank) effettuate su un panel di ZES è emerso che, una volta a regime (cioè in un arco temporale tra i 7 ed i 10 anni), in media queste aree possono arrivare ad incrementare le esportazioni di un Paese fino ad un +40% complessivo. Se applicassimo questa performance di crescita agli attuali volumi di export del nostro Mezzogiorno (le Zes si possono costituire infatti solo nel Sud, e ne sono previste 8), nell’arco di un decennio si potrebbe attivare un volume di export aggiuntivo pari a circa 18 miliardi di euro.
Un altro indicatore rilevante dove le ZES hanno impatto è il traffico container. Un’analisi di SRM ha mostrato come su un panel di porti del Mediterraneo, dotati di Zone Economiche Speciali, tale traffico abbia avuto incrementi medi annui negli ultimi 10 anni dell’8,4% (si pensi che in Italia la crescita è stata nello stesso periodo pari a poco più dell’1%). Anche in questo caso, se applicassimo questa percentuale di incremento ai porti meridionali, che movimentano il 40% del traffico container italiano pari a 4 milioni di Teus, in 10 anni potremmo aumentare il volume fino a 7,4 milioni di Teus. A questo incremento di traffico si assommerebbero anche i conseguenti impatti positivi relativi alla lavorazione logistica a valore aggiunto.









